Sulla riconversione dell’ex Carcere di San Sebastiano

Per chiarezza e fare ordine, è utile rievocare il percorso storico di quanto accaduto sul tema della riqualificazione e riconversione dell’ex Carcere di San Sebastiano. 

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Il 3 agosto del 2018 veniva raggiunto un Accordo di programma tra Amministrazioni Pubbliche con la previsione di uno stanziamento di euro 13.895.000,00 per la  riconversione dell’ex Carcere di San Sebastiano. 

L’Agenzia del Demanio acquisiva il ruolo, centrale, di stazione appaltante, di coordinamento del tavolo tecnico, di cura della progettazione su tutti i livelli e articolazioni fino alla esecuzione e collaudo dell’ opera. Tempi previsti nel cronoprogramma: 5 anni.  

Il ruolo del Comune di Sassari, nell’ambito delle proprie competenze, sarebbe stato quello di individuare tutte le azioni opportune in termini di carico urbanistico e di sostenibilità,  per garantire la migliore mobilità urbana del progetto sul versante della viabilità, razionalizzazione delle aree,  della sosta e dei parcheggi.

La Regione Sardegna veniva chiamata per garantire l’adempimento coordinato e unitario “ degli endo procedimenti dell’Accordo”, ovvero: garantire il buon andamento  delle verifiche e della emissione celere dei pareri o autorizzazione di propria competenza. 

Il Ministero per i Beni e le Attività culturali per il tramite della Soprintendenza doveva collaborare con l’Agenzia del Demanio per trovare le soluzioni architettoniche  e programmatiche per gli spazi museali.

Compito del Ministero della Giustizia sarebbe stato di proporre le soluzioni organizzative più idonee per gli uffici giudiziari da finalizzare in termini tecnici e tradurre da parte della Agenzia del Demanio  nei vari livelli di progettazione.

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L’ esigenza di riqualificare e riconvertire la struttura dell’ex Carcere di San Sebastiano, come è noto di interesse storico culturale artistico, è altamente apprezzabile.

Nasce a seguito del trasferimento della Casa Circondariale Giovanni Bacchiddu nel nuovo complesso penitenziario di Bancali. 

Attualmente il Palazzo di Giustizia trova sede presso strutture ubicate in diversi edifici. Da un lato gli uffici giudiziari via Roma, ulteriormente divisi con la sede di viale Umberto, dall’altro via Budapest. Uffici del Tribunale, Corte d’appello, Procura della Repubblica, Giudice di Pace, sedi delle cancellerie e archivi logisticamente sparsi e frammentati. 

Macroscopiche le criticità. Gli spazi non sono adeguati anche per carenze strutturali (come l’edificio di viale Umberto) per garantire il buon andamento delle attività giudiziarie, sia per quanto concerne le esigenze della Avvocatura, del personale di Magistratura, di quello amministrativo e dell’utenza. A fronte delle numerose attività di udienza svolte da tutti i magistrati ordinari e onorari si registra una insostenibile insufficienza di aule oltre che di stanze da destinare per l’ordinaria amministrazione giudiziale, del personale e della avvocatura. Insufficienza non compensabile talvolta neanche con la condivisione tra uffici, con le conseguenti difficoltà organizzative nella gestione dei servizi. A cui si aggiunge l’ulteriore criticità legata al continuo spostamento di fascicoli, degli avvocati e del personale  che devono girare continuamente da un ufficio all’altro. 

Non può non constatarsi come questa frammentazione  logistica sia causa di disservizi per i cittadini e gli utenti oltre che per l’avvocatura e il personale di magistratura e amministrativociò che incide in negativo sull’esercizio della giurisdizione pregiudicando la tutela dei principi di legalità e di uguaglianza dei cittadini.

La soluzione di creare un unico Polo Giustizia è valida. Va portata avanti con rigore e fermezza.  Consentirebbe di agevolare tutti gli operatori, dai giudici, gli avvocati, agli utenti e di assolvere alle incombenze correlate alle attività giudiziarie. 

Si avrebbe una ottimizzazione del servizio per gli operatori del settore con effetti di rivitalizzazione per l’intera area centrale della Città. 

Inoltre la razionalizzazione degli spazi in uso alla Amministrazione della Giustizia condurrebbe ad un significativo risparmio dei canoni corrisposti per la locazione passiva degli immobili (costi attuali salvo errore per euro 1.059.000 annui). 

Degno di nota è anche il fine di tutelare e valorizzare un importante bene culturale e poterne destinare una porzione a museo della memoria carceraria.

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Ritorniamo all’Accordo come pensato nell’agosto del 2018. 

Tra le altre cose, preme segnalare che si fa  riferimento in particolare:

  1. ad “uno studio di fattibilità” dell’opera per un importo complessivo di “12 milioni di euro approvato il 24 giugno 2014 dal provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna”;
  2. ad un verbale della Commissione di Manutenzione per gli uffici Giudiziari di Sassari del 27 ottobre 2014 con cui si esprime parere favorevole al trasferimento degli uffici giudiziari allocato in immobili privati presso l’ex carcere di via Roma;
  3. alla Deliberazione del Comitato di Gestione dell’Agenzia del Demanio del 12 dicembre 2017 con cui a tal fine sarebbero stati stanziati 13.895.000,00 euro a valere sul capitolo 7759 del bilancio dello Stato, Piano degli investimenti immobiliari 2018/2020; si specificava che qualora i fondi non fossero stati disponibili si sarebbe proceduto per lotti funzionali fino alla acquisizione di nuove risorse. ( postilla infelice , ma meglio di niente, perché sappiamo che fine fanno le opere pubbliche quando si viaggia per lotti funzionali!). 
  4. ad uno “studio di fattibilità” (evocato dalla Agenzia del Demanio) secondo cui sarebbe stato definito il“rilievo architettonico e impiantistico, le indagini ambientali e la verifica della vulnerabilità sismica”, il tutto finanziato con il fondo “ex censimento” del bilancio 2016 dell’Agenzia del demanio;
  5. alle prescrizioni tecnico architettoniche del 18 aprile del 2018 formulate dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti per le province di Sassari, Olbia Tempio e Nuoro, riferite  alle opere assentibili e da recepire in sede di progettazione;

La progettazione dell’opera si sarebbe dovuta attuare con utilizzo di risorse interne dell’Agenzia del Demanio, oppure con il concorso di progettazione ai sensi dell’art. 23 comma 2 del Decreto Legislativo 50 del 2016.

Come detto, le risorse messe a disposizione sul capitolo del bilancio dello Stato 7759 erano di 13.895.000,00. 

A seguito di ulteriori approfondimenti svolti dalla Agenzia del Demanio  l’intervento complessivo sarebbe stato quantificato in 22.000.000,00 di euro. 

L’Accordo reca la data del 3 agosto del 2018. Senonché solo il 30 ottobre 2018 l’allora Sindaco Nicola Sanna firma questo documento, con sottoscrizione annullata per errore di ricezione di posta digitale del Demanio  e (ri)firmato in digitale il 6 novembre del 2018.

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Dunque: a fronte di un Accordo pensato nell’agosto del 2018, portato alla firma in ottobre e firmato (dal Comune di Sassari) in novembre, in medesimo periodo di ottobre il Direttore della Agenzia del Demanio ha comunicato la rimodulazione finanziaria degli interventi edilizi (!).

Detta rimodulazione ha comportato l’inserimento dell’intervento di riqualificazione  in un elenco di operazioni finalizzate alla realizzazione di nuovi poli del Ministero della Giustizia. A tal fine era stata prevista l’attivazione di un tavolo tecnico congiunto per verificare la possibilità di un finanziamento mediante l’esclusivo utilizzo dei fondi a disposizione del Ministero della Giustizia.

Di fatto si vanifica il contenuto sostanziale dell’accordo laddove si annulla la presenza del finanziamento dei 13.895.000,00 euro. Questo avviene a fine ottobre 2018, proprio quando si formalizza la sottoscrizione del documento firmato dal Nicola Sanna il 6 novembre del 2018 che reca la garanzia del finanziamento dei 13.895.000,00. 

Nell’ottobre del 2018 il Demanio nel rimodulare le risorse  per gli anni 2019/2021 contemplava nello stesso capitolo 7759 ove era stato previsto l’importo di euro 13.895.000,  il solo finanziamento di euro 1.895.000,00 per il risanamento ambientale e bonifica, e il finanziamento di euro 600.000,00 al capitolo di bilancio   7754 per l’intervento  di risanamento conservativo di alcune facciate. 

Questi finanziamenti così come rimodulati – segnatamente euro 1.895.000,00 al capitolo di bilancio dello Stato 7759 ed euro 600.000,00 al capitolo 7754 – venivano riconfermati dal Piano degli investimenti immobiliari 2020/2022 dell’Agenzia del Demanio. 

In sede istituzionale centrale si pensa in un modo, in sede  periferica in altro. I poteri pubblici camminano paralleli come se non si conoscessero viaggiando su macchine diverse per lo storico morbo di una burocrazia immobile e mai riformata, e l’allora Sindaco Nicola Sanna con clamore candido sottoscrive un accordo monco già ab origine.

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In data 3 agosto del 2020 il Dipartimento della Organizzazione Giudiziaria e dei Servizi del Ministero della Giustizia in una interlocuzione interistituzionale a livello centrale ha comunicato di avere individuato il Polo giudiziario di Sassari qual intervento strategico e l’intento di voler presentare  domanda per l’ottenimento dei relativi finanziamenti  nell’ambito delle risorse del redigendo PNRR. 

Alla data del 2020 l’Agenzia del Demanio sarebbe potuta intervenire  per la sola progettazione ed esecuzione dei due interventi indicati di risanamento ambientale, bonifica e messa in sicurezza delle facciate.

Quanto sopra emerge da copiosa corrispondenza su richiesta di chiarimenti e informazioni tra l’Agenzia del Demanio e il Sindaco Prof. Nanni Campus, mediate dall’ On. Mario Perantoni e il Sen. Giuseppe Luigi Cucca.

Il 6 maggio del 2021 il Consiglio Comunale ha discusso la questione essenziale della mancanza di finanziamenti e ha approvato una mozione che impegna il Sindaco a porre in essere tutte le azioni, affinché venga attivato il tavolo tecnico con l’Agenzia del Demanio nel rispetto dell’Accordo di programma e a sostenere l’ottenimento dei finanziamenti necessari alla realizzazione del nuovo Polo giudiziario.

La Giunta del Sindaco Prof. Nanni Campus ha sempre tenuto aperti i canali di comunicazione con il Ministero, è ampiamente disponibile  e farà di tutto per mettere in campo ogni forma di sostegno nei limiti delle proprie competenze, sollecitando l’avvio del tavolo tecnico, il confronto tra le parti e l’attivazione della Conferenza dei servizi, per dare attuazione all’accordo di programma e perché vengano concretamente stanziate dal Ministero e poste a capitolo del bilancio dello Stato le congrue risorse necessarie per l’ esecuzione dell’intero progetto, oltre alla bonifica e risanamento dell’edificio di via Roma così come previsto nella citata mozione approvata in Consiglio Comunale.

Sassari, 4 aprile 2022  

gianfranco meazza