a Zent’anni

Il 14 agosto ci sarà la Festa più importante,  la “faradda della festa manna”.  Si celebrerà nel suo significato principale e profondo ma purtroppo ancora nel  rispetto del distanziamento sui protocolli covid 19. Pur con i limiti necessari dovuti alla pandemia rimane sempre la grande rievocazione della Faradda, importante festa di  storia civile e religiosa. Quella dei Candelieri, dell’Assunta e di Nostra Signora di Mezzagosto. Tanto era importante che, se si risale a oltre cinquecento anni fa, il Municipio soleva concedere una salvacondotto ai debitori morosi. Si avvertiva il pubblico che tutti i debitori potessero liberamente circolare per le vie di Sassari senza tema di venire arrestati, tanto nei 20 giorni precedenti la festa che in quelli successivi. Una sorta di clemenza.

La Festa dei Candelieri assume potenza di significato. 

Di significato religioso. Perché ricorda la devozione dell’assunzione in cielo della Madonna. Una storia millenaria di cristianità che ha attraversato l’alto medioevo e proseguito nel nostro Comune come in tanti altri anche come ringraziamento per la cessazione delle pestilenze. Ma pure potenza di significato per il richiamo alla storia della Comunità. Memoria di uno spaccato della storia di Sassari, costituita da una complessa rete di rapporti personali, orizzontali e verticali che nel 1200 diedero vita a una pluralità̀ di corpi sociali,  di artigiani e mercanti, nella manualità imperante,  con arti e mestieri, rapporti di fedeltà e patti di signoria.

Una diffusione di corpi sociali che sono anche corpi politici, per una situazione di sovranità̀ diffusa che si esprimeva attraverso la rete dei giuramenti. I quali  si svilupparono dai più semplici rapporti di fedeltà a convenzioni sempre più complesse e articolate come le associazioni private, i gremi e le corporazioni. Anche “l’intregu” , il saluto e lo scambio tra la bandiera del più importante gremio dei massai e il gonfalone della Città rientrava tra quelle simbologie, quei patti di fede che cementavano il rapporto tra  potere civile e quello politico per il mantenimento della pace cittadina. 

E’ importante rievocare questi momenti che sembrano storicamente lontani, oggi, nell’era della globalizzazione avanzata in viaggio verso il transumanesimo. Nella auspicabile riforma delle istituzioni e nella valutazione e bilanciamento tra poteri sovranazionali e quelli dello stato, essenziale allora è il ruolo essenziale del comune come ente  locale territoriale e il rafforzamento della sua autonomia. Sarebbe la giusta sintesi, non solo perché l’autonomia ha origini secolari, ma perché sarebbe il modello più idoneo di vicinanza alla persona e  alla  peculiarità di ciascun territorio, in grado di compensare e ridurre la forte dimensione della liquidità della globalizzazione e degli organismi sovranazionali ormai dominanti. 

A Zent’anni.

Sassari, agosto 2021