Il ruolo dei servizi educativi e sociali

Educare è un compito delicato e complesso. 

Il lavoro educativo rappresenta una costante sfida, si fonda su azioni che si coltivano nella continuità, nella pazienza, in percorsi di aiuto e di assistenza attraverso l’ affiancamento, l’ accompagnamento, la promozione delle risorse presenti in ogni persona. Si evolve e procede in maniera dinamica in ragione della complessità  del sistema welfare.

Il Comune di Sassari ha al proprio interno delle competenti risorse di unità di personale, di amministrativi e tecnici, preparati e predisposti allo studio. Da un lato gli amministrativi che sono linfa vitale per la parte tecnica e progettuale. Dall’altro i tecnici che operano nel sociale come gli assistenti sociali o coloro che operano più propriamente nel campo educativo, come i pedagogisti, educatori professionali, psicologi, da cui dipende il percorso di aiuto. Abbiamo potenziato la struttura dell’organico nella convinzione che non ci può essere buona azione amministrativa se mancano le risorse umane da assegnare nei vari obiettivi che si intende conseguire. 

Il Settore Servizi Sociali del Comune di Sassari può dire di essere virtuoso e non è questa una difesa d’ufficio. Il Settore infatti vanta un livello di LEPS ( Livello Essenziale di Prestazioni Sociali) che rispetta il migliore dei parametri: il rapporto tra operatore sociale e abitanti raggiunge 1 / 3000 abitanti  (per la performance più alta si richiede  il rapporto 1/4000). Abbiamo 40 assistenti sociali,  13 unità che lavorano nella parte educativa, 4 psicologi e a breve arriveremo a 8. 

L’obiettivo del Comune di Sassari è consolidare la qualità delle prestazioni socialirispondere alle domande e ai bisogni del territorio come area che comprende l’Ambito Plus; lavorare per integrare gli interventi sul piano sociale e sanitario; programmare con maggiore incisività e flessibilità, cosa che purtroppo non viene resa agevole per i criteri troppo rigidi e preconfezionati previsti a livello regionale. 

Stiamo interloquendo con la Regione Sardegna perché venga garantita la presenza di Fondi strutturali  e stabili  con respiro almeno triennale nel contesto dell’Ambito Plus. Solo così può darsi continuità al lavoro del personale, degli amministrativi, degli operatori sociali ed educativi in termini di rapporto lavorativo. 

Le risorse umane possono essere valorizzate  se si garantisce la continuità del rapporto di lavoro, un lavoro a tempo determinato ove non ci sono prospettive di crescita non porta da nessuna parte, non da futuro, svalorizza la persona e rende inefficace l’azione amministrativa. 

Con Fondi strutturali a portata triennale e continua nel tempo si potranno creare le condizioni anche per stabilizzare il personale a tempo determinato.

Per chi opera nel campo del sociale ed educativo ritengo sia importante allargare lo sguardo.

Il lavoro nel campo sociale e educativo coinvolge tanti mondi, pensiamo solo al sostegno alla genitorialità, alla famiglia, anzi alle famiglie, ai minori, alla devianza, alla scuola e alla dispersione scolastica, alla socializzazione, al gioco, alla alimentazione, alla educazione dei sentimenti. 

Sono tutti ambiti che coinvolgono la parte pubblica e del privato sociale.

In questo contesto, compito della politica è creare le condizioni per valorizzare il personale educativo e sociale con l’obiettivo di favorire un approccio integrato e flessibile

Il lavoro educativo presuppone una rete, una impostazione interdisciplinare  ove è richiesta una preparazione teorica multipla, di conoscenze variegate dalla sociologia, psicologia,  storia,  filosofia, diritto.

Oggi  i giovani vivono una dimensione di disagio. Disagio che non è solo quello adolescenziale di tipo psicologico legato al passaggio di una delle fasi della vita. E’ piuttosto un disagio più profondo legato alla dimensione culturale del rapporto tra l’individuo e la vita, il mondo la società. Per dirla con Nietzsche soprattutto loro si ritrovano a che fare  con il “più inquietante fra tutti gli ospiti “ che è quello della dimensione nichilistica della società del consumo. 

Ecco allora il senso dell’educare: è quello di fornire supporto alla famiglia e alla scuola ove la famiglia e la scuola non arrivano o non riescono, perché molte famiglie sono fragili e la scuola presenta  tante criticità. Aiutare famiglia e scuola  a costruire percorsi educativi possibili, a formare l’individuo,  costruire contenuti di sapere. 

Per costruire contenuti di sapere non basta acquisire tante informazioni, conoscere il mondo della natura e come si può fare per manipolarla, serve soprattutto un’ ETICA (da ethos= soggiornare, stare insieme) , capire chi siamo e come siamo diventati, capire il passato, da dove veniamo;  serve costruire l’importanza della relazione umana, come si può  “abitare” e quindi appartenere a qualcosa, vivere insieme, in un luogo, in una relazione umana  fatta di tanti aspetti; dell’aspetto razionale  e dell’aspetto psichico; che l’individuo e la sua identità come dono sociale nasce con l’etica.

Senza etica non può neanche esistere l’identità dell’individuo né si può costruire la sua soggettività,  e qui ritornano grandi le parole di Aristotele, sempre moderno, quando scriveva che “…Chi non è in grado di fare parte di una comunità civile o non ha bisogno di nulla perché basta a se stesso, non è parte dello stato. Quindi o è una bestia o è un dio”. 

Marzo 2023, gianfranco meazza