PASQUA

CHE COSA AUGURARCI

Cosa augurarci in questa Pasqua in cui la cristianità celebra il trionfo della vita sulla morte?

Bello è il pensiero di un poeta che è riuscito a racchiudere in poche parole il senso della Pasqua: “niente resiste a questo vincitore. Egli passa a porte chiuse dall’altra parte del muro. Ed è così che, attraverso il tempo, Egli passa senza romperne la misura”. (Paul Claudel).

Sono parole universali che la Pasqua cristiana contiene.

La vita che risorge a nuova vita, la rinascita della primavera, il rifiorire naturale delle stagioni, dopo un lungo inverno. La promessa che le epoche aride e fredde della vita saranno compensate da nuovi raccolti e giornate di luce.

Gli auguri pasquali giungono in un momento delicato della storia del mondo.

Auguriamoci che arrivi una speciale grazia da questa festa, che ci dia una forza nuova per attraversare le sfide che si presentano.

Gran parte delle cose che abbiamo fatto sinora, destra e sinistra, centro sinistra e centro destra, non sono in grado di reggere l’urto della storia e, soprattutto, della nuova storia che sta maturando nella scena del mondo.

Il primo sentimento che dovremmo avvertire, quasi con angoscia, è l’impotenza.

Abbiamo costruito sistemi, procedure, apparati, istituzioni della politica che affondano tutti i giorni nelle sabbie mobili.  Un girone interminabile che spegne le energie creative e l’entusiasmo.

Giustizia, Sanità, Scuola.  Si tratta di funzioni fondamentali di ogni Comunità civile. Da anni si trovano nella presa di una paralisi, con disfunzioni, inadempienze, inefficienze, omissioni, su tanti piani.  

Non mancano i tentativi di riforma, ma arrivano quasi sempre in ritardo o fuori tempo, comunque avvolti in una specie di impotenza generale. Ecco, dovremmo interrogarci su questa impotenza che stringe d’assedio le nostre Comunità.

Impotenza è forse il tratto generale che contrassegna l’universo del politico nel nostro Occidente. Impotenza della politica verso il Mercato. La parola è maiuscola perché ormai domina tutto e tutti.

I grandi apparati, verso le potentissime lobbies della finanza. Impotenza anche verso sé stessa, impotenza ad autoriformarsi o a rifondarsi. Le rifondazioni che abbiamo visto in questi anni hanno retto poco tempo, non avevano forza costituente.

La forza costituente è ciò che dovrebbe sostenere un ordinamento costituzionale, dovrebbe accompagnarlo come un’ombra vitale. Nelle nostre società questa forza costituente si è andata spegnendo progressivamente. Le costituzioni restano sospese in un vuoto preoccupante e non basta la rianimazione costante dei tanti diritti a garantirne la stabilità e la durata.

Finché non si prenderà consapevolezza che la cultura viene prima del diritto sarà difficile invertire la rotta del nostro destino.

Come sappiamo la rete offre enormi opportunità e possibilità e tuttavia in Occidente sta contribuendo in modo quasi prevalente a questa deriva impotente del politico e delle nostre democrazie. Sta generando un dibattito pubblico sempre più estremo, polarizzato, carico di effetti isterici, che degenerano la razionalità pubblica. Un generale effetto di idiotismo gira come una tossina nei talk più seguiti.  Tra le forme di questo diffuso idiotismo dobbiamo includere una enorme fatica a guardare e aderire alla realtà dei fatti. E’ come se si stesse spegnendo l’intelligenza del reale, la cultura, con effetti anche spettacolari di previsioni sbagliate e bersagli mancati, manipolazione del reale, dall’economico, al sociale, al politico. Con giornali che ormai, quasi per riflesso condizionato, producono surrealtà, caricature dei fatti e narrazioni fantastiche che aleggiano come nuvole in un cielo sbiadito. E’ sempre più debole, quindi, l’intelligenza del reale. Sempre più gracile l’elaborazione comune di una razionalità efficace, sempre più diffusa la retorica delle posizioni estreme a sollecitare i picchi di attenzione nei social. Sempre più spenta la responsabilità verso il futuro. C’è un rapporto tra il sentimento morale di una comunità e la responsabilità verso il futuro. Le nostre società li sacrificano rispetto all’egoismo del presente. Non a caso, le nostre, sono società che invecchiano, stagnano nel presente ipnotico di un edonismo privato. Come se non esistesse altro che il Mercato. Accumulano debiti colossali e li caricano sulle spalle dei più giovani.

E’ giusto non farsi tentare dalle visioni apocalittiche. E giusto rilevare e incoraggiare in tutti i modi, i segni formidabili di reazioni contrarie, di chances e occasioni in cui tutto questo trova resistenza e opposizione. Tuttavia, oggi, meglio rischiare il pessimismo della ragione piuttosto che l’ottimismo della volontà. La posta per tutti noi è altissima. Dobbiamo esserne consapevoli. Mai come ora, il futuro della nostra civiltà è arrischiato in pericoli serissimi, in cui è in gioco il nostro ruolo nel mondo, insieme al nostro benessere spirituale e materiale.

Per questo dobbiamo augurarci che la luce di questa Pasqua ci aiuti a trovare la serenità spirituale per una nuova intelligenza del reale e della storia. Soprattutto in politica estera dovremmo stare attenti ad aderire pienamente alla piega dei fatti, non lasciarci travolgere dalla logica della propaganda, dalla parzialità delle ideologie, dall’imperativo di interessi particolari. Dovremmo essere consapevoli che molte, troppe cose, rischiano di incrementare situazioni fatali che sfuggono alla fine alle scelte o alle deliberazioni democratiche. Occorre ricordare che le guerre peggiori emergono sempre da situazioni in cui si impone il tragico destino di una certa fatalità.

Buon Pasqua

Aprile 2023

Gianfranco Meazza